Il dating americano, ovvero l'appuntamento, l'uscita, e' una cosa su cui ancora dopo un anno in America mi ritrovo a parlare con le mie amiche italiane o europee. Da noi se uno ti invita fuori significa che e' interessato a te (ok, a meno che non rientri nella categoria bastardo, a cui purtroppo appartengono molti esseri di genere maschile), che vuole conoscerti meglio, che insomma se c'e' un po' di intesa a questa prima uscita ne seguiranno altre...Insomma, c'e' tutta una dinamica legata alla prima uscita, il cosa mettersi, il dove andare, insomma, tutto un mondo. Soprattutto se la persona in questione ti interessa. C'e' l'aspettativa, la tensione. E' bello, ti fa sentire nervosa e viva al tempo stesso e non importa che tu abbia 15, 30 o 50 anni. Vale lo stesso.
Chiaro, c'e' sempre quello che vuole divertirsi, ci sono sempre le eccezioni...ma qui in America, le eccezioni sono considerate quelle che per noi in Europa sono la normalita'. Da qui le cocenti delusioni ed i problemi relativi al dating in America. Secondo me quando vieni a lavorare in America, insieme a tutti i librettini con le istruzioni che vengono dati nelle varie Universita', dovrebbero allegare anche un manuale di istruzione per il dating.
Fondamentalmente il dating americano consiste in questo: esci con piu' persone possibili, cerca di conscerne il piu' possibile fra quelle che suscitano il tuo interesse (e conoscere intendo in tutti i sensi, dal piu' platonico al piu' carnale) e poi quando fra tutte quelle con cui esci realizzi che nel mucchio c'e' una per cui vale la pena fermarsi, le fai un discorsino e le dici che da allora in poi dal dating si passa alle cose serie, ovvero engagement (fidanzamento). Tutto questo con tempi piu' o meno lunghi. Tutto andrebbe bene se questa fosse la prassi e fosse chiara a tutti. Invece ogni 3 per 2 una delle mie amiche qui si sente cornificata ed a poco serve che il tizio di turno spieghi che questo e' il dating americano e che loro da mesi si stavano solo conoscendo, come lui stava facendo anche con altre 2 o 3 persone. Tutto sta nelle fatidiche paroline che da noi in Italia si dicevano fra i 12 ed i 16 anni (dipende a che eta' uno inziava) e suonavano come "ti metti con me?" o qualcosa del genere. Qui fino a che uno non ti dice chiaramente e senza mezzi termini che sta con te e ci sei solo te, tutto il resto non conta, neanche se ti parla di una casa insieme, di un futuro insieme, ecc. Lui sta solo studiando le tue reazioni, e questo e' legittimo, fa parte del dating. C'e' poco da piangerci dopo. Ma ce lo dovrebbero spiegare come mettiamo piede in questo paese come funzionano gli appuntamenti qui. Ma se dalle mie parti un tempo dicevano "moglie e buoi dei paesi tuoi", probabilmente un motivo c'era no?
Monday, May 28, 2007
Friday, May 25, 2007
Donna all'estero con vita sociale pari a zero
USA, sera
Ho voglia di andarmene a correre, ma devo prima finire una cosa al lavoro. Ho voglia di andare a correre, ma sono gia' quasi le 8, quindi so che quando finalmente arrivero' a casa saro' stanca morta e la voglia di correre sara' ridotta a zero.
Non so cosa sia preso alla gente qui in ufficio, sara' che sono l'unica donna, sara' la primavera, ma pare che tutti non vedano l'ora di stare con me, venire a letto con me, o comunque spogliarmi e non necessariamente in questo ordine. Una battuta un giorno e' una battuta, una battuta da questo e da quello tutti i giorni comincia a farmi pensare. E neanche venissi a lavorare in mutande o fossi la Shiffer. Questo e' il problema di essere all'estero ed avere una vita in cui il tuo lavoro non ha orari. Va a finire che i tuoi migliori amici, se non gli unici, sono le persone con cui lavori. Soprattutto se la tua vita sociale e' ridotta praticamente allo zero. Ora, se tutte le persone con cui lavori e passi anche il tuo tempo libero sono maschi, ho notato un pattern ben definito nel loro comportamento. Prima tastano il terreno, poi, soprattutto se sei single, diventano amiconi. L'amicone si trasforma nel prendere confidenza e questo si trasforma in due cose che dipendono dal tipo di persona che si ha di fronte. La forma a) e' quello che si innamora di te, con la conseguenza che se non lo ricambi, la vita in ufficio diventa un incubo ed hai pure perso un amico e la forma b) e' quella che vuole solo portarti a letto. Questa rimane comunque un ottimo amico, a patto di non abbassare mai la guardia e ridere alle sue battute e metterlo al suo posto quando si spinge un po' oltre. C'e' poi anche la situazione in cui la forma a) si innamora ricambiato. A quel punto l'unica accortezza e' come evitare di vivere in simbiosi. Situazione pericolosa per la relazione perche' a quel punto si finirebbe per consumare la relazione supervelocissimamente, aver perso un amico, aver perso il ragazzo ed avere una situazione estremamente pesante al lavoro. Da evitare. La forma b) poi puo' anche decidere di cercarsi altre prede. A quel punto siccome voi siete l'amicona e siete una donna, quindi capite le donne, non vi resta che starvene li' a sentire che bel corpo ha quella tizia e come la forma b) potrebbe sedurla. Sinceramente a questo punto, egoisticamente, forse preferisco tutte le attenzioni per me, fino a che restano nei limiti :-)
Ho voglia di andarmene a correre, ma devo prima finire una cosa al lavoro. Ho voglia di andare a correre, ma sono gia' quasi le 8, quindi so che quando finalmente arrivero' a casa saro' stanca morta e la voglia di correre sara' ridotta a zero.
Non so cosa sia preso alla gente qui in ufficio, sara' che sono l'unica donna, sara' la primavera, ma pare che tutti non vedano l'ora di stare con me, venire a letto con me, o comunque spogliarmi e non necessariamente in questo ordine. Una battuta un giorno e' una battuta, una battuta da questo e da quello tutti i giorni comincia a farmi pensare. E neanche venissi a lavorare in mutande o fossi la Shiffer. Questo e' il problema di essere all'estero ed avere una vita in cui il tuo lavoro non ha orari. Va a finire che i tuoi migliori amici, se non gli unici, sono le persone con cui lavori. Soprattutto se la tua vita sociale e' ridotta praticamente allo zero. Ora, se tutte le persone con cui lavori e passi anche il tuo tempo libero sono maschi, ho notato un pattern ben definito nel loro comportamento. Prima tastano il terreno, poi, soprattutto se sei single, diventano amiconi. L'amicone si trasforma nel prendere confidenza e questo si trasforma in due cose che dipendono dal tipo di persona che si ha di fronte. La forma a) e' quello che si innamora di te, con la conseguenza che se non lo ricambi, la vita in ufficio diventa un incubo ed hai pure perso un amico e la forma b) e' quella che vuole solo portarti a letto. Questa rimane comunque un ottimo amico, a patto di non abbassare mai la guardia e ridere alle sue battute e metterlo al suo posto quando si spinge un po' oltre. C'e' poi anche la situazione in cui la forma a) si innamora ricambiato. A quel punto l'unica accortezza e' come evitare di vivere in simbiosi. Situazione pericolosa per la relazione perche' a quel punto si finirebbe per consumare la relazione supervelocissimamente, aver perso un amico, aver perso il ragazzo ed avere una situazione estremamente pesante al lavoro. Da evitare. La forma b) poi puo' anche decidere di cercarsi altre prede. A quel punto siccome voi siete l'amicona e siete una donna, quindi capite le donne, non vi resta che starvene li' a sentire che bel corpo ha quella tizia e come la forma b) potrebbe sedurla. Sinceramente a questo punto, egoisticamente, forse preferisco tutte le attenzioni per me, fino a che restano nei limiti :-)
Wednesday, May 23, 2007
New Haven and the city
USA, sera
C'e' New Haven e poi c'e' the city, New York. Viene automatico pensarci quando sei a casa a New Haven ed ascolti Frank Sinatra. Ti vengono in mente le luci di New York, Broadway, il Central Park e ti viene in mente Sex and the City. O almeno viene in mente a me, che sono una Sex and the City addicted. Mi sono vista tutta la serie da cima a fondo due volte, piu' qualche episodio qua e la'. Ho pianto nei soliti punti ogni volta, ho sognato ogni volta. Sopratutto piu' di una volta mi sono sognata che anche New Haven avesse un po' della magia di New York. In fondo siamo vicini, in fondo in meno di un'ora di macchina siamo a New York da New Haven (cosa che non accade mai perche' di fatto ne passi 2 in coda in autostrada...), in fondo anche qui c'e' la multiculturalita' di New York, ci sono i ricchi ricchi ed i poveri poveri come a New York, ci sono le sinagoghe, ci sono le stesse macchine gigantesche, gli Starbucks...insomma, potrebbe essere che New Haven fosse la piccola copia di New York. No, New Haven non e' neanche la brutta copia di New York. Momento, non che New Haven sia una brutta cittadina, i palazzi dell'Universita' di Yale sono molto belli (che poi la storia di come questi palazzi sembrino vecchi vale un altro blog), tanto che quando sono arrivata qua mi hanno detto che ricordavano degli scorci della Toscana (io mi chiedo ancora oggi se ci sono mai stati in Toscana quelli che ti fanno le giornate introduttive qui a Yale). Tutto bellino, tutto carino, pieno di studenti, un sacco di cosine carine. Ma New York e' New York. Gia' quando arrivi a New York in treno e scendi dal treno in Central Station ti rendi conto di non essere in un posto qualsiasi.
New York e' la citta' dei sognatori. Non dico che ci vivrei, dico che stimola i sogni. Sogni nutriti da film e canzoni e scene girate a New York. Sei a New Haven e sogni di scappare un week end a New York e magari di incappare in qualcuno come Big (anche se sinceramente io preferisco di gran lunga Aidan....e mi perdoni qui chi non sa a memoria Sex and the City), di poter sfoggiare un vestito meraviglioso come se fosse la cosa piu' naturale del mondo, che se tu te lo mettessi qui a New Haven probabilmente ti arresterebbero per aver creato disordine pubblico, di sapersi muovere con un paio di Manolo Blahnik come se uno avesse addosso delle scarpe da ginnastica (io se ci provo finisco giu' lunga distesa sul marciapiede)....
Noi provinciali di New Haven, New York la sognamo da qui. Pensiamo che magari questo week end ci possiamo andare, per un po' di shopping e magari per vedere una partita di baseball, visto che questa e' la stagione. Per camminare nel Central Park e respirare un po' di aria newyorkese e vedere delle facce nuove. Facciamo grandi piani, a che ora prendere il treno, a che ora tornare, in che quartiere di Manhattan andare. Tutto pronto. E poi non si sa come all'ultimo minuto tutto salta e per consolarsi ci infiliamo quatti, quatti in laboratorio a lavorare....tutto il week end.....
Pero' siamo vicini alla city e continuiamo a sognare di andarci il prossimo week end!
C'e' New Haven e poi c'e' the city, New York. Viene automatico pensarci quando sei a casa a New Haven ed ascolti Frank Sinatra. Ti vengono in mente le luci di New York, Broadway, il Central Park e ti viene in mente Sex and the City. O almeno viene in mente a me, che sono una Sex and the City addicted. Mi sono vista tutta la serie da cima a fondo due volte, piu' qualche episodio qua e la'. Ho pianto nei soliti punti ogni volta, ho sognato ogni volta. Sopratutto piu' di una volta mi sono sognata che anche New Haven avesse un po' della magia di New York. In fondo siamo vicini, in fondo in meno di un'ora di macchina siamo a New York da New Haven (cosa che non accade mai perche' di fatto ne passi 2 in coda in autostrada...), in fondo anche qui c'e' la multiculturalita' di New York, ci sono i ricchi ricchi ed i poveri poveri come a New York, ci sono le sinagoghe, ci sono le stesse macchine gigantesche, gli Starbucks...insomma, potrebbe essere che New Haven fosse la piccola copia di New York. No, New Haven non e' neanche la brutta copia di New York. Momento, non che New Haven sia una brutta cittadina, i palazzi dell'Universita' di Yale sono molto belli (che poi la storia di come questi palazzi sembrino vecchi vale un altro blog), tanto che quando sono arrivata qua mi hanno detto che ricordavano degli scorci della Toscana (io mi chiedo ancora oggi se ci sono mai stati in Toscana quelli che ti fanno le giornate introduttive qui a Yale). Tutto bellino, tutto carino, pieno di studenti, un sacco di cosine carine. Ma New York e' New York. Gia' quando arrivi a New York in treno e scendi dal treno in Central Station ti rendi conto di non essere in un posto qualsiasi.
New York e' la citta' dei sognatori. Non dico che ci vivrei, dico che stimola i sogni. Sogni nutriti da film e canzoni e scene girate a New York. Sei a New Haven e sogni di scappare un week end a New York e magari di incappare in qualcuno come Big (anche se sinceramente io preferisco di gran lunga Aidan....e mi perdoni qui chi non sa a memoria Sex and the City), di poter sfoggiare un vestito meraviglioso come se fosse la cosa piu' naturale del mondo, che se tu te lo mettessi qui a New Haven probabilmente ti arresterebbero per aver creato disordine pubblico, di sapersi muovere con un paio di Manolo Blahnik come se uno avesse addosso delle scarpe da ginnastica (io se ci provo finisco giu' lunga distesa sul marciapiede)....
Noi provinciali di New Haven, New York la sognamo da qui. Pensiamo che magari questo week end ci possiamo andare, per un po' di shopping e magari per vedere una partita di baseball, visto che questa e' la stagione. Per camminare nel Central Park e respirare un po' di aria newyorkese e vedere delle facce nuove. Facciamo grandi piani, a che ora prendere il treno, a che ora tornare, in che quartiere di Manhattan andare. Tutto pronto. E poi non si sa come all'ultimo minuto tutto salta e per consolarsi ci infiliamo quatti, quatti in laboratorio a lavorare....tutto il week end.....
Pero' siamo vicini alla city e continuiamo a sognare di andarci il prossimo week end!
Thursday, May 17, 2007
Rientro in USA
Il mio computer si e' piantato. Dopo 6 anni di assoluta fedelta' ha deciso di buttare la spugna. E' morto. Cosi' dall' oggi al domani, senza un preavviso. Alla faccia di chi continua a ripetermi che "Macs never crash"...ed io mi chiedo se hanno mai avuto un Mac in vita loro, visto che il mio su 6 anni si e' piantato 4 volte, di cui la quarta, questa, e' stata quella definitiva.
E questo e' successo martedi'. Io sono rientrata dall'Italia domenica e martedi' appunto prima sorpresa.
Poi ieri e' venuto un diluvio che non se ne parla ed ha cominciato a diluviare anche nel mio bagno...e questa e' stata la sorpresa di ieri. Ho cercato di bloccare il soffitto che gocciolava alla meno peggio. Della serie che sono salita su una sedia ed ho spalmato un po' di silicone di quello che si usa per sigillare le finestre sul soffitto. Il risultato non era un gran che devo ammettere. Per fortuna la pioggia ha diminuito di intensita' e stamani non ho trovato il bagno allagato. Ma certo, meglio il bagno che se mi pioveva sui libri o sul letto..... E poi io nel frattempo mi sono guardata il film delle Charlie's Angels 2, che e' un po' una scemata ed esagerato, ma mi faceva ridere e quindi meglio. E questo era mercoledi'.
Lunedi' invece ho avuto un meeting con uno dei miei studenti il quale, a parte il fatto che mi considera meno di zero, perche' lui sa tutto meglio di tutti, mi ha comunicato che praticamente lui pubblichera' i dati che ha raccolto sul progetto che ho scritto io, su cui sto lavorando io, e per cui grazie a me ha fatto il lavoro di campo per cui io ho trovato i soldi. Mi sembra giusto, no? non farebbe una grinza a parte il fatto che appunto adesso io me ne posso anche andare in vacanza e smettere di lavorare, visto che lui ha gia' fatto tutto. Della serie o io con la mia supersofisticata tecnica trovo qualcosa di diverso dai suoi risultati e quindi tutti e due possiamo pubblicare, o io sono fregata. Meno male che a detta della mia capa, la quale gli aveva dato il progetto scritto da me perche' lui aveva bisogno di qualcosa da fare, lui doveva a) lavorare sotto la mia supervisione (possibile se mi avesse ascoltato) e b) i suoi dati gli servivano per la tesi di laurea, ma poi avremmo pubblicato un solo articolo. Morale. Ancora non ho imparato ad essere meno ingenua e che in questo lavoro come hai un' idea per un progetto, tienitela stretta e segreta, che altrimenti tempo 10 minuti ci sono 10 squali che vogliono fare la stessa cosa.
Insomma, settimana iniziata alla grande.
Ma domani e sabato ho un bioblitz, ovvero una survey di anfibi e rettili in un posto qui vicino. 24 ore di survey. Dovrebbe essere divertente...e forse con questo il bilancio settimanale migliorera'....
E questo e' successo martedi'. Io sono rientrata dall'Italia domenica e martedi' appunto prima sorpresa.
Poi ieri e' venuto un diluvio che non se ne parla ed ha cominciato a diluviare anche nel mio bagno...e questa e' stata la sorpresa di ieri. Ho cercato di bloccare il soffitto che gocciolava alla meno peggio. Della serie che sono salita su una sedia ed ho spalmato un po' di silicone di quello che si usa per sigillare le finestre sul soffitto. Il risultato non era un gran che devo ammettere. Per fortuna la pioggia ha diminuito di intensita' e stamani non ho trovato il bagno allagato. Ma certo, meglio il bagno che se mi pioveva sui libri o sul letto..... E poi io nel frattempo mi sono guardata il film delle Charlie's Angels 2, che e' un po' una scemata ed esagerato, ma mi faceva ridere e quindi meglio. E questo era mercoledi'.
Lunedi' invece ho avuto un meeting con uno dei miei studenti il quale, a parte il fatto che mi considera meno di zero, perche' lui sa tutto meglio di tutti, mi ha comunicato che praticamente lui pubblichera' i dati che ha raccolto sul progetto che ho scritto io, su cui sto lavorando io, e per cui grazie a me ha fatto il lavoro di campo per cui io ho trovato i soldi. Mi sembra giusto, no? non farebbe una grinza a parte il fatto che appunto adesso io me ne posso anche andare in vacanza e smettere di lavorare, visto che lui ha gia' fatto tutto. Della serie o io con la mia supersofisticata tecnica trovo qualcosa di diverso dai suoi risultati e quindi tutti e due possiamo pubblicare, o io sono fregata. Meno male che a detta della mia capa, la quale gli aveva dato il progetto scritto da me perche' lui aveva bisogno di qualcosa da fare, lui doveva a) lavorare sotto la mia supervisione (possibile se mi avesse ascoltato) e b) i suoi dati gli servivano per la tesi di laurea, ma poi avremmo pubblicato un solo articolo. Morale. Ancora non ho imparato ad essere meno ingenua e che in questo lavoro come hai un' idea per un progetto, tienitela stretta e segreta, che altrimenti tempo 10 minuti ci sono 10 squali che vogliono fare la stessa cosa.
Insomma, settimana iniziata alla grande.
Ma domani e sabato ho un bioblitz, ovvero una survey di anfibi e rettili in un posto qui vicino. 24 ore di survey. Dovrebbe essere divertente...e forse con questo il bilancio settimanale migliorera'....
Friday, May 11, 2007
Vive la France
Italy, mattina
Sono appena rientrata da Montpellier. Bellina, bellina. Una cittadina universitaria con tanto di classici caffe' francesi con i tavolini (e le sedie) fuori, piazze brulicanti di persone, sole, verde, croissants francesi buonissimi, baguettes portate sotto il braccio. Tutto veramente francese. Compresi i francesi, nel bene e nel male, razza a parte rispetto al resto d'Europa. Loro, i francesi, sono fieri di essere francesi. Per tutto. E non fanno niente per nasconderlo. Per questo ce l'hanno cosi' tanto con gli Americani e viceversa (direi di piu' il viceversa). Perche' sono uguali. Nazionalisti all'estremo. Tutto nei loro rispettivi paesi e' migliore.
A me in American hanno detto che la pizza Americana e' piu' buona di quella Italiana e che la pizza e' stata inventata a New Haven, nel Connecticut. Ora, se e' vero che la pizza a New Haven e' molto buona, e' vero anche che probabilmente non l'hanno inventata loro...anche se mi sembra che sulla pizza ci sia una disputa infinita, visto che un Messicano una volta mi disse che la pizza, la vera pizza originale, era messicana.....mah.....la famosa pizza messicana.....mai sentita....
Comunque....la Francia. A me sinceramente piace. Devo ancora provare a viverci e provare la convivenza diaria con i francesi, ma l'atmosfera mi piace. Devo ancora capire pero' una cosa. Perche' le ragazze francesi hanno quel je ne sais pas quoi......ce l'hanno, e' innegabile. Sara' perche' se la tirano, sara' perche' hanno la faccia sempre imbronciata, pero' e' vero...le ragazze francesi sono tipiche. Io le ho studiate, sul tram in questi giorni, all'Universita', per la strada...anche in questo le ragazze francesi sono francesi...mettono una cosina che pare qualsiasi, una cosina buttata li' e bum....hanno quel certo non so che. A me non riesce. Non che non ci abbia provato...ma proprio non mi viene....Provo a fare le facce davanti allo specchio, provo l'aria imbronciata, ma niente...risultato misero e quasi ridicolo. Provo a truccarmi ed a farmi gli occhi da cerbiatta alla francese, ma neanche quello viene come a loro. Mi butto due cosette addosso ed io sono sportiva, loro fashion....Ora mi chiedo, e' tutta una questione genetica? della serie, se non nasci francese ti puoi sforzare quanto vuoi che tanto non ti verra' mai bene come a loro? o e' solo questione di pratica? Aspetto di riuscire a vivere per un paio di anni in Francia per scoprirlo.
Intanto per fortuna in America la fashionist sono io (in America essere fashion non e' difficile, basta non avere jeans, felpa con il cappuccio e flip flop ed una e' subito fashion!), ma devo ammettere che l'essere italiana e toscana in particolare aiuta. Come dire, se lo fai lei, essendo italiana, deve essere fashion per forza :-)
Sono appena rientrata da Montpellier. Bellina, bellina. Una cittadina universitaria con tanto di classici caffe' francesi con i tavolini (e le sedie) fuori, piazze brulicanti di persone, sole, verde, croissants francesi buonissimi, baguettes portate sotto il braccio. Tutto veramente francese. Compresi i francesi, nel bene e nel male, razza a parte rispetto al resto d'Europa. Loro, i francesi, sono fieri di essere francesi. Per tutto. E non fanno niente per nasconderlo. Per questo ce l'hanno cosi' tanto con gli Americani e viceversa (direi di piu' il viceversa). Perche' sono uguali. Nazionalisti all'estremo. Tutto nei loro rispettivi paesi e' migliore.
A me in American hanno detto che la pizza Americana e' piu' buona di quella Italiana e che la pizza e' stata inventata a New Haven, nel Connecticut. Ora, se e' vero che la pizza a New Haven e' molto buona, e' vero anche che probabilmente non l'hanno inventata loro...anche se mi sembra che sulla pizza ci sia una disputa infinita, visto che un Messicano una volta mi disse che la pizza, la vera pizza originale, era messicana.....mah.....la famosa pizza messicana.....mai sentita....
Comunque....la Francia. A me sinceramente piace. Devo ancora provare a viverci e provare la convivenza diaria con i francesi, ma l'atmosfera mi piace. Devo ancora capire pero' una cosa. Perche' le ragazze francesi hanno quel je ne sais pas quoi......ce l'hanno, e' innegabile. Sara' perche' se la tirano, sara' perche' hanno la faccia sempre imbronciata, pero' e' vero...le ragazze francesi sono tipiche. Io le ho studiate, sul tram in questi giorni, all'Universita', per la strada...anche in questo le ragazze francesi sono francesi...mettono una cosina che pare qualsiasi, una cosina buttata li' e bum....hanno quel certo non so che. A me non riesce. Non che non ci abbia provato...ma proprio non mi viene....Provo a fare le facce davanti allo specchio, provo l'aria imbronciata, ma niente...risultato misero e quasi ridicolo. Provo a truccarmi ed a farmi gli occhi da cerbiatta alla francese, ma neanche quello viene come a loro. Mi butto due cosette addosso ed io sono sportiva, loro fashion....Ora mi chiedo, e' tutta una questione genetica? della serie, se non nasci francese ti puoi sforzare quanto vuoi che tanto non ti verra' mai bene come a loro? o e' solo questione di pratica? Aspetto di riuscire a vivere per un paio di anni in Francia per scoprirlo.
Intanto per fortuna in America la fashionist sono io (in America essere fashion non e' difficile, basta non avere jeans, felpa con il cappuccio e flip flop ed una e' subito fashion!), ma devo ammettere che l'essere italiana e toscana in particolare aiuta. Come dire, se lo fai lei, essendo italiana, deve essere fashion per forza :-)
Saturday, May 5, 2007
La Livorno Americana
Italia, pomeriggio
Giornatina rilassante a spasso per Firenze oggi. Ieri a Pisa. Ho notato che a Lucca i lucchesi se la tirano. Tutto costa di piu' e se non costa di piu' di fatto, te lo fanno pagare di piu'. Non mi e' ben chiaro il perche'. Forse perche' Firenze e Pisa sono citta' universitarie e Lucca no, ma di fatto i lucchesi se la tirano. Su tutto. Mistero. La piu' bella fu quando a due miei amici olandesi, in Piazza San Michele a Lucca, hanno avuto il coraggio di chiedere ben 7 euro per un bicchiere di Coca Cola servito al tavolo. Non so se c'avevano messo anche delle pagliuzze d'oro nel bicchiere insieme alla Coca Cola. Chiaramente e me non e' mai successo, ma quella volta eravamo insieme e parlavamo inglese fra di noi, quindi hanno pensato bene di fregare gli incauti stranieri....Per fortuna che i turisti forse queste differenze non le notano e continuano a venire a Lucca, altrimenti sarebbe un mortorio qui. A parte che dipende anche da dove vengano che loro certe cose che abbiamo in Italia se le possono solo sognare.....o copiare.
Oggi pranzo subito sopra Firenze, in collina, con un panoramo stupendo. Questo in America non mi tocca. Esci dalla citta' in America e trovi il nulla. Se ne devono essere resi conto anche loro, gli Americani, se in Florida hanno deciso di rifare Livorno.....ora di tutta la Toscana hanno deciso di rifare Livorno...che cosa strana....la cosa piu' particolare di Livorno secondo me sono i livornesi (spettacolari...vorrei rivedermi Ovosodo di Virzi') ed il mare, tipo zona Calafuria, ma dico rifare Livorno...ricostruisci la torre di Pisa, o Piazza del Campo a Siena o le Mura di Lucca....no, Livorno. Meriterebbe un viaggio la Livorno Americana solo per vedere cosa abbiano fatto. Come dire, non ce l'abbiamo, poco male, la copiamo.....Si, ma glielo hanno spiegato agli Americani che Livorno senza Livornesi non sa di nulla????
Magari ci faccio una capatina e vedo che cosa sono stati capaci di combinare....Per ora il mistero resta.
Giornatina rilassante a spasso per Firenze oggi. Ieri a Pisa. Ho notato che a Lucca i lucchesi se la tirano. Tutto costa di piu' e se non costa di piu' di fatto, te lo fanno pagare di piu'. Non mi e' ben chiaro il perche'. Forse perche' Firenze e Pisa sono citta' universitarie e Lucca no, ma di fatto i lucchesi se la tirano. Su tutto. Mistero. La piu' bella fu quando a due miei amici olandesi, in Piazza San Michele a Lucca, hanno avuto il coraggio di chiedere ben 7 euro per un bicchiere di Coca Cola servito al tavolo. Non so se c'avevano messo anche delle pagliuzze d'oro nel bicchiere insieme alla Coca Cola. Chiaramente e me non e' mai successo, ma quella volta eravamo insieme e parlavamo inglese fra di noi, quindi hanno pensato bene di fregare gli incauti stranieri....Per fortuna che i turisti forse queste differenze non le notano e continuano a venire a Lucca, altrimenti sarebbe un mortorio qui. A parte che dipende anche da dove vengano che loro certe cose che abbiamo in Italia se le possono solo sognare.....o copiare.
Oggi pranzo subito sopra Firenze, in collina, con un panoramo stupendo. Questo in America non mi tocca. Esci dalla citta' in America e trovi il nulla. Se ne devono essere resi conto anche loro, gli Americani, se in Florida hanno deciso di rifare Livorno.....ora di tutta la Toscana hanno deciso di rifare Livorno...che cosa strana....la cosa piu' particolare di Livorno secondo me sono i livornesi (spettacolari...vorrei rivedermi Ovosodo di Virzi') ed il mare, tipo zona Calafuria, ma dico rifare Livorno...ricostruisci la torre di Pisa, o Piazza del Campo a Siena o le Mura di Lucca....no, Livorno. Meriterebbe un viaggio la Livorno Americana solo per vedere cosa abbiano fatto. Come dire, non ce l'abbiamo, poco male, la copiamo.....Si, ma glielo hanno spiegato agli Americani che Livorno senza Livornesi non sa di nulla????
Magari ci faccio una capatina e vedo che cosa sono stati capaci di combinare....Per ora il mistero resta.
Thursday, May 3, 2007
Il maschio italiano
Lucca (Italia), mattina
Ieri cercavo una borsa per un mio amico. Una di quelle borse da uomo che si possano portare a tracolla. Una borsa semplice, di tela, da battaglia. Una di quelle in cui anche un uomo possa infilarci di tutto, dal quadernone per scrivere note in ogni momento, agli occhiali da sole, a tutto quello che ci voglia infilare.
Nulla.
Nulla....dico...nulla di nulla....E non ho cercato solo ieri, ma anche i giorni prima.
No, nulla non e' vero. Mi hanno proposto diverse cose, ma ogni volta che mi sono immaginata questo mio amico (non italiano) con la borsa propostami, il quadro non tornava.
Mi sono allora resa conto di una cosa. I miei amici, maschi, stranieri hanno forse ragione. Ho sempre sostenuto che il maschio italiano sia un esempio di come un uomo debba apparire, almeno nella mia testa. Il problema e' che io ho smesso di guardare i maschi italiani con attenzione, ben 6 anni e mezzo fa, quando sono andata via dall'Italia....
La tesi sostenuta da tutti i miei amici (maschi) stranieri e' che gli uomini italiani a parte poche eccezioni sembrano tutti gay. Me l'hanno detto i miei amici (maschi) olandesi, quelli greci, quelli americani, quelli tedeschi...insomma...un po' di tutto.
Io inorridivo....da brava scienziata mi sono messa a cercare prove per confutare la loro tesi, che principalmente si basa sul golfino tenuto sulle spalle, sull'attenzione ai vestiti mostrata dal maschio italiano e sull'eccessivo stress dato all'aspetto. Insomma, ero convinta che sbagliassero. WRONG!!!!!!!!!!!!!!!!
Allora a parte che il rosa impazza da tutte le parti nella collezione uomo nei vari negozi in cui sono entrata in questi giorni a Lucca. A parte che la Sisley ha una magliettina da uomo con scritto Sisley con i lustrini (scritto bello grande, nel mezzo della maglietta), ma le borse.................................le borse no..................Le borse che mi hanno proposto per questo mio amico, a parte quelle supersportive e tecniche, erano delle borsine unisex (cosi' le hanno definite), con una linea che sia uomini che donne possono indossare. A me sinceramente per la maggior parte sembravano da donna.
Morale, non ho comprato nulla. Conseguenza, mi sono messa a studiare i maschi italiani che camminavano per strada....fra le borsine, gli occhiali e le scarpe che portavano a me veramente sembravano tutti un po' gay.................
Allora mi chiedo...ma tutti i veri maschi italiani che all'estero ci invidiavano...ma dove sono finiti??? e non venite a dirmi che e' perche' si sono invertiti i ruoli e che perche' le donne ora lavorano che il maschio non sa piu' come vestirsi......
Mah..........
Ieri cercavo una borsa per un mio amico. Una di quelle borse da uomo che si possano portare a tracolla. Una borsa semplice, di tela, da battaglia. Una di quelle in cui anche un uomo possa infilarci di tutto, dal quadernone per scrivere note in ogni momento, agli occhiali da sole, a tutto quello che ci voglia infilare.
Nulla.
Nulla....dico...nulla di nulla....E non ho cercato solo ieri, ma anche i giorni prima.
No, nulla non e' vero. Mi hanno proposto diverse cose, ma ogni volta che mi sono immaginata questo mio amico (non italiano) con la borsa propostami, il quadro non tornava.
Mi sono allora resa conto di una cosa. I miei amici, maschi, stranieri hanno forse ragione. Ho sempre sostenuto che il maschio italiano sia un esempio di come un uomo debba apparire, almeno nella mia testa. Il problema e' che io ho smesso di guardare i maschi italiani con attenzione, ben 6 anni e mezzo fa, quando sono andata via dall'Italia....
La tesi sostenuta da tutti i miei amici (maschi) stranieri e' che gli uomini italiani a parte poche eccezioni sembrano tutti gay. Me l'hanno detto i miei amici (maschi) olandesi, quelli greci, quelli americani, quelli tedeschi...insomma...un po' di tutto.
Io inorridivo....da brava scienziata mi sono messa a cercare prove per confutare la loro tesi, che principalmente si basa sul golfino tenuto sulle spalle, sull'attenzione ai vestiti mostrata dal maschio italiano e sull'eccessivo stress dato all'aspetto. Insomma, ero convinta che sbagliassero. WRONG!!!!!!!!!!!!!!!!
Allora a parte che il rosa impazza da tutte le parti nella collezione uomo nei vari negozi in cui sono entrata in questi giorni a Lucca. A parte che la Sisley ha una magliettina da uomo con scritto Sisley con i lustrini (scritto bello grande, nel mezzo della maglietta), ma le borse.................................le borse no..................Le borse che mi hanno proposto per questo mio amico, a parte quelle supersportive e tecniche, erano delle borsine unisex (cosi' le hanno definite), con una linea che sia uomini che donne possono indossare. A me sinceramente per la maggior parte sembravano da donna.
Morale, non ho comprato nulla. Conseguenza, mi sono messa a studiare i maschi italiani che camminavano per strada....fra le borsine, gli occhiali e le scarpe che portavano a me veramente sembravano tutti un po' gay.................
Allora mi chiedo...ma tutti i veri maschi italiani che all'estero ci invidiavano...ma dove sono finiti??? e non venite a dirmi che e' perche' si sono invertiti i ruoli e che perche' le donne ora lavorano che il maschio non sa piu' come vestirsi......
Mah..........
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